Area Exp tornerà a vivere grazie agli eventi
Intervista a Massimo Ongaro, presidente di Area Exp, sul presente e futuro del polo fieristico di Cerea.
Presidente Ongaro, il 2020 è stato un anno davvero difficile; per Area Exp ha significato lo stop della programmazione degli eventi, che rivestono una parte fondamentale della sua attività. Tuttavia, la struttura non è una “scatola vuota”, ma sono presenti al suo interno servizi che non si sono mai fermati.
Vero, il 2020 è stato un anno orribile. Al di là dei pochi mesi di semi-normalità, abbiamo dovuto bloccare tutti gli eventi: sicuramente è stato l’aspetto più doloroso. Area Exp, tuttavia, è un involucro che, oltre agli eventi, ospita servizi fondamentali per Cerea e non solo. La più importante, soprattutto in questo periodo, è l’aggregazione territoriale dei medici, un punto di riferimento per i ceretani, ma anche per i cittadini di Casaleone e Sanguinetto. Inoltre non dobbiamo dimenticare che Area Exp ospita la sede del Giudice di Pace, che in questi mesi non ha mai smesso di funzionare.
Per quanto riguarda l’aggregazione dei medici, sono in arrivo novità.
Sì, è una realtà che si amplierà in un’altra area su disposizione dell’amministrazione comunale, per dare ancora più servizi alla nostra comunità.
Oltre a questi servizi, Area Exp è anche la “casa” di alcune associazioni.
Sono presenti le sedi della banda cittadina e anche di due scuole di ballo, all’interno di sale bellissime e rimaste inutilizzate per molti anni. Ora naturalmente le attività sono ferme, ma la speranza è che tornino al più presto operative.
Parlando di spazi, molti investimenti sono stati fatti per un graduale ritorno alla normalità.
Con l’inizio della pandemia, abbiamo dovuto adeguare gli spazi soprattutto per il mercatino dell’antiquariato, per permettere a più espositori possibili di partecipare in sicurezza. Siamo stati i primi in Italia a maggio ad ripristinare un evento di questo genere, investendo molte risorse per adeguarci al protocollo sanitario.
Questi accorgimenti hanno permesso l’organizzazione di alcune manifestazioni.
Gli adeguamenti ci hanno permesso di allestire il mercatino in sicurezza tra maggio e ottobre. Abbiamo avuto anche uno spiraglio per degli eventi importanti come il concerto dei Nomadi. A fine anno, tuttavia, il buonsenso ci ha spinto ad annullare la restante programmazione, visto che la situazione epidemiologica si faceva sempre più difficile.
Il 2021 sarà l’anno della ripartenza. Quali sono le priorità?
Riuscire a recuperare più tempo possibile di quello perso nel 2020. Area Exp vive con le nostre iniziative e con gli eventi organizzati da enti esterni, che gravitano attorno alla struttura. Per quanto ci riguarda, faremo il possibile per rimettere in moto la macchina del mercatino, un evento caratteristico, a cui tengo molto, che si può svolgere in totale sicurezza. Situazione epidemiologica permettendo, ovviamente.
E per quanto riguarda gli organizzatori esterni?
Li aspetto a braccia aperte, ma anche loro si trovano nella nostra situazione. Attendono notizie più precise e l’evolversi della pandemia. Un evento importante come una fiera o un concerto, non lo si può organizzare in una settimana. Ci vuole tempo e pazienza.
Ci sono manifestazioni attualmente in programma?
L’unica è ViniVeri, programmata per giugno in concomitanza con il Vinitaly, ma purtroppo non abbiamo la certezza di riuscire a organizzarla. Vedremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi.
Cosa le manca di più, nel vedere Area Exp così deserta?
Mi manca il caos organizzativo, le mail che arrivano con le richieste di utilizzo, i padiglioni trafficati, il parcheggio pieno di macchine. Il vuoto mette tristezza, perché sono consapevole delle potenzialità dell’area. Questa situazione cozza con il significato principale di Area Exp, che è l’aggregazione.
Ongaro, lei è in carica come presidente dall’ottobre 2017. Come si immagina Area Exp nell’ottobre 2022, al termine del suo mandato?
Siamo partiti da una situazione che vedeva Area Exp misconosciuta anche alla cittadinanza. Dal primo momento, l’obiettivo è stato far conoscere le potenzialità dell’area, per fare in modo di “metterla sul mercato” non solo a Cerea e dintorni, ma in tutto il Nord Italia, attirando organizzatori di eventi di alto livello.
Non so se questo rallentamento mi darà la possibilità di vedere i frutti di ciò che abbiamo seminato, ma confido, entro il 2022, nella voglia della gente di tornare a socializzare e a frequentare i nostri eventi. Io sarò qui, pronto ad accogliere tutte le opportunità che si presenteranno: l’area ha bisogno di tornare a vivere.